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motivazioni 13-14

per EXPO Milano 2015 > "...passaggio nel Paesaggio..." 13-14

ASCOLTA. Il territorio bergamasco, con i suoi laghi, fiumi, canali, ecc. si presenta bello rivelando anche la sua vocazione idrografica. Per questo l’azione umana individuale, comunitaria e politica non può esimersi dalla tutela, bonifica e miglioramento dei diversi bacini fluviali e dell’intero impianto morfologico provinciale.
Anzi proprio da quest’azione possiamo cogliere il grado di responsabilità raggiunto dagli abitanti. Infatti, recenti studi in geofilosofia e in etno-antropologia riconducono il termine
paesaggio a quella antica relazione tra uomo e ambiente.

Con il termine paesaggio (e nel nostro caso di paesaggio fluviale in riferimento a tutto ciò che è bagnato dal fiume Serio) dobbiamo così ricorrere all’immagine di “luogo dell’abitare”, luogo di cui prendersi cura. Luogo quale spazio riconoscibile (memoria storica) e riconosciuto (vissuto) da una comunità. Come a dire: una comunità è tale se sa leggersi attraverso, nel paesaggio.
Inoltre, se vogliamo parlare, analizzare… occuparci di paesaggio occorre assumere un punto di vista inter, trans disciplinare, così come abbiamo bisogno di molte competenze se vogliamo passare da una cultura di pura conoscenza (e questo è quello che perseguiamo da anni) all’acquisizione di comportamenti responsabili, di custodia del bacino idrografico del Serio e del pianeta intero.

Come sapete non ci riferiamo soltanto ad obiettivi e competenze di natura scolastica, ma poi, nella formulazione di una corretta rappresentazione epistemologica di paesaggio, vorremmo recuperare il rapporto disatteso per anni e da molti studiosi, tra paesaggio ed estetica, perché ormai conosciamo il fallimento di una visione del paesaggio antropocentrico (società tecnocratica). E condurre così l’uomo (studenti, docenti…) di nuovo allo stupore, alla trascendenza. L’uomo può modificare certo la natura per fini benefici, ma è pur sempre la natura a fornire la possibilità del dimorare umano. Bisogna così ristabilire con essa una relazione armonica: rideterminare l’incontro tra un luogo e comunità.


LISTEN The Bergamo area, with its lakes, rivers, canals, etc.It looks nice even revealing his vocation hydrographic.For this human action, individual, communal and political can not escape from the protection, reclamation and improvement of several river basins and the entire plant morphological province.
And precisely by this action we can grasp the degree of responsibility reached by the inhabitants.In fact, recent studies in geofilosofia and in ethno-anthropology bring back the term landscape in the ancient relationship between man and environment.
The term landscape (and in our case of the river landscape in reference to all that is wet from the river Serio) so we have to resort to the image of "dwelling place", a place to care.Place as an area recognizable (historical memory) and recognized (experienced) by a community.As if to say a community is that if he can read through, in the landscape.
Moreover, if we want to talk, analyze ... take care of landscape must take a point of view inter, trans-disciplinary, as we need a lot of skills if we are to move from a culture of pure knowledge (and this is what we pursue for years) to 'acquisition of responsible behavior, custody of the catchment area of the Serio and the entire planet.
As you know we are not referring only to the objectives and powers of nature school, but then, in the formulation of a correct epistemological representation of the landscape, we would like to retrieve the report disregarded for years by many scholars, including landscape and aesthetics, because now we know the failure ofa landscape view anthropocentric (technocratic society).And thus lead man (students, teachers, ...) back to the wonder, to transcendence.Man can alter nature for certain purposes benefits, but it is the nature to provide the possibility of human dwelling.So we have to re-establish a harmonious relationship with it: restate the encounter between a place and community.



ASCOLTA. E’ interessante ricordare che dal punto di vista storico il concetto di paesaggio (XV sec.) è riconducibile a poche culture e che esso nasce in arte.
E’ la pittura di paesaggio che iniziò a ritrarre
un fuori e a renderlo visibile da una finestra: così da mettere un limite ad un continuum. Con la prospettiva si ritagliò e si ritaglia una porzione di mondo, si costruisce geometricamente uno spazio sottraendolo all’intera natura. Cosicché i luoghi rappresentati potevano per la prima volta essere raggiunti: si allargò l’orizzonte dell’uomo (e si crearono anche stereotipi)… Tutto ciò però condusse anche ad una consapevolezza etica nei confronti della natura stessa, tant’è che con il romanticismo si avvertirono i devastanti effetti della rivoluzione industriale.

Nel XX secolo per vari motivi si ruppe questa visione idilliaca del paesaggio quale luogo culturale e spirituale, la cui intrinseca bellezza permise e permette all’uomo di contemplarlo, attraversarlo e viverlo. Ci riferiamo alla costruzione di una cittadinanza che miri al bene comune, alla sussidiarietà e alla sostenibilità ambientale attraverso prassi che da diversi anni dichiariamo nel nostro progetto (nuovi stili di vita).
La stessa nascita dell’ecologia ancora oggi (nonostante i meriti ad essa ascrivibili per affrontare la “questione ambientale”) usa il termine paesaggio come sinonimo di ambiente conducendo nell’oblio il rapporto primordiale tra paesaggio ed estetica.

E’ anche per questo che vorremmo recuperare quella visione complessiva ed originaria di paesaggio. Cogliere nell’esaminare, leggere il paesaggio, l’intima relazione tra la dimensione etica ed estetica servendoci nell’azione educativa, formativa ed orientativa dell’intero progetto di quella strada, percorribile ancora oggi, che conduce al recupero dell’esperienza paesaggistica intesa nel suo originale significato di elevazione dello spirito al di sopra della materialità e dell’ovvietà di ogni mera estensione territoriale.


LISTEN And 'interesting to note that from the historical point of view the concept of landscape (XV sec.) Is attributable to a few cultures and that it is born in art.
And 'landscape painting that began to portray an out and make it visible from a window so as to put a limit to a continuum.With the prospect is cut out and cut out a portion of the world, it builds a space geometrically subtracting whole nature.So locations shown for the first time could be achieved: widened the horizon of man (and also created stereotypes) ... But all this also led to an ethical awareness towards nature, so much so that with romanceThey warned the devastating effects of the industrial revolution.
In the twentieth century for various reasons you broke this idyllic vision of landscape as a cultural and spiritual place, whose intrinsic beauty allowed and allows man to contemplate it, cross it and live it.We refer to the construction of a citizenry that seeks the common good, subsidiarity and sustainability through environmental practices for several years we declare in our project (new lifestyles).
The very birth of ecology today (despite the merits of it attributable to address the "environmental issue") uses the term as a synonym for landscape environment leading into oblivion the primordial relationship between landscape and aesthetics.
E 'for this reason that we should reclaim the overall vision and original landscape.Seize examining, reading the landscape, the intimate relationship between the ethical and aesthetic serving us in the educational, training and orientation of the entire project of the road, still viable, leading to the recovery of the experience landscape understood inIts original meaning of elevation of the spirit above the materiality and of obviousness of any mere territorial extension.


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